La “visione tutto-fascio è miope, se ogni azione prepotente è fascista, ogni censura è fascista, se si dà del fascista al preside pure nelle chat di scuola dei genitori, poi nulla sarà fascista sul serio; e non è così”. Così “si registrano non pochi episodi ridicoli: da anni si ripropone la polemica sulle luci natalizie con la scritta ‘Xmas’ al posto di Christmas (…) da noi quelli svegli che la sanno lunga si sbracciano contro il criptofascismo: ‘Xmas’ inneggia alla Decima Mas!”. […]
È uno dei passi illuminanti di Woke. I nuovi bigotti. Il politicamente corretto come religione laica, il saggio che, dopo due libri su censura (Cancel Cinema) e autocensura (Non sia mai detto!), Alessandro Chetta dedica al fenomeno woke ,o del “politicamente corretto”. […]
Ma le sacrosante battaglie contro l’intolleranza e il razzismo, le discriminazioni sessuali e di genere, il vero fascismo e le dittature, sono diventate, dice Chetta, una “nuova religione”: quella woke, appunto. I suoi precetti, scrive, “formano tante scintille da cui avvampano i fuochi del politicamente corretto, che come ogni confessione prescrivono cosa fare e non fare, cosa dire e non dire, quali limiti abolire e quali stabilire, non tanto per stare genericamente nel giusto, troppo facile, quanto per fare canestro, per indovinare le parole e gli atteggiamenti esatti in ogni circostanza per non apparire aggressivi e discriminanti”.
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