Descrizione
il libro
Una conversazione tra Paolo Volponi e Gianni Scalia, le riflessioni di quest’ultimo su Salò, una poesia inedita di Gianni D’Elia, un saggio di Alfredo Luzi su Porcile e il teatro, una poesia, poco celebrata, dello stesso Pasolini, I Reca, sono alcuni dei preziosi frammenti raccolti in questo saggio. L’intenzione non è quella di fornire un ritratto esaustivo del Poeta, bensì una descrizione autentica e autorevole, di grazia e gratitudine – che ancora commuove – con la forza della parola non consumata.
Con scritti di:
Roberta Casadei
Gianni D’Elia
Maurizio Giuseppucci
Alfredo Luzi
Katia Migliori
Gianni Scalia
Paolo Volponi
la curatrice
Katia Migliori La sua esperienza formativa ha radici urbinati, dove ha fondato la cattedra di Retorica svolgendone la docenza per lungo tempo insieme all’insegna-mento di Storia della Critica e Semiotica della Moda. La Scuola bolognese officinesca ha di seguito affermato il suo percorso insieme a presenze essenziali nei propri studi come Pasolini, Scalia, Romanò, Roversi.
L’incontro con Edmond Jabès, tra i più grandi poeti francesi, ne ha completato l’esperienza di studiosa e critica letteraria militante fuori dalle regole accademiche e convenzioni ufficiali. Ha fondato l’Associazione Culturale “Centro Studi Mario Luzi” per la poesia e le arti contemporanee di cui è presidente. Tra i numerosi interventi scritti si citano “Officina”, “Lengua”, “Jabès”, “Le Dilettante”, “il Diario aperto chiuso di Carlo Bo”. Per Aras Edizioni ha curato la traduzione Edmond Jabès. La dimora e il libro (2016) e Giuseppe Paioni. La voce e la scrittura (2015).
rassegna stampa
Birdmen Magazine, Angelus Novus. La man che trema – Pasolini Déluge #5, recensione di Ludovico Cantisani, 13 gennaio 2023
“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo.
Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato.
Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi.
Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto.
Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle.
Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.”
Walter Benjamin